lunedì, aprile 23, 2007

Carta da ParaTRIS

Una carta da parati che interagisce con noi e si riconfigura ad ogni nuovo passaggio. Un campo da gioco a nostra disposizione per accogliere sfide sempre più avvincenti. Una parete mutevole che ospita segni, geometrie, colori. conservando tra le sue trame strategie e astuzie, delusioni e soddisfazioni di giorni passati.
Una pagina di diario in scala gigante, per esperienze sempre più stratificate. Una mappa che racconta di grandi successi e piccole, trascurabili sconfitte.
Tracce che parlano di noi, e di un pomeriggio noioso diventato eccitante. Una carta da parati per conoscere nuovi amici, "ammazzando" il tempo in sala d'attesa.
E quando lo sfondo viene portato in primo piano, i termini si ribaltano, il paradosso prende corpo, i veri attori entrano in scena: è il gioco che diventa texture.
E' l'illecito che si fa estetica.


Evento WONDerland
(esposto in Triennale di Milano, Design Library e Showroom Jannelli & Volpi)

domenica, aprile 15, 2007

una pagella che concordo

10 Ad Asymptote che realizzerà in Corea l’edificio più alto d’ Asia a forma di cactus. A questo punto, meglio il Gherkin di Foster.
9 A Piano che disegna la base di Luna Rossa per la Coppa America. Chi va Piano…
8 Ai neolaureati in architettura che guadagnano in media 852 euro mensili. Se potessi avere 1000 euro al mese…
7 Alla Thermes che per un soffio non e' diventata preside a Reggio Calabria. Gliela hanno bella che Fatta.
6 A Bearth, nominato nuovo direttore di Mendrisio. Il preside dei Grigioni.
5 A Olmo che afferma che gli architetti cercano quasi sempre le tracce a cui legarsi. Bondage?
4 A Cellini che per Olmo e' un architetto colto. A giudicare dagli ultimi incarichi, direi: uno che ha colto.
3 A Gregotti che propone un nuovo realismo critico: un neo-neo-realismo.
2 Agli studi di architettura che pare apprezzino più la disponibilità d’orario che il voto di laurea. Somari full time.
1 Agli studi di architettura che apprezzano più le abilità tecnico informatiche che la conoscenza delle lingue o la buona dialettica. Taci, il nemico ti ascolta.