la luce della gioia
Secondo me parlare solo di architettura e design non vuol dire parlare solo di progetti, strutture oppure oggetti di massa particolarmente interessanti e che possono colpire per essere belli, brutti o particolari, ma architettura e anche design vuol dire anche creatività.
La creatività e la fantasia è anche l’unire concetti diversi e opposti e fonderli o reinterpretarli o vederli con occhi diversi. Ecco perché oggi voglio parlare di gioia un concetto che mi sono trovata ad affrontare di recente con le mie compagnette di casa in un clima religioso ma con un testo di un tizio che si definisce ateo….Il “tizio” è Vittorino Andreoli che parlando di gioia e chiedendosi la gioia cosa in effetti sia risponde “Roba da falliti, perché sì la gioia non ha mercato! Le persone che sanno gioire per piccoli accadimenti, per un gesto che rende sereno chi soffre, per una lettura che fa capire qualcosa di sé, dell’essere coerenti e onesti. La gioia dell’onestà e non della furbizia. La gioia è il sentimento più democratico che esista”
Oltre a riflettere e a considerare queste battute piuttosto forti, in campo progettuale mi chiedo se si possa considerare la gioia come un elemento espressivo da trasmettere attraverso elementi strutturali come muri colori e luci. Mi chiedo cioè se la gioia che a quanto pare è un elemento di benessere della persona possa essere un parametro fondamentale in sede di progettazione. Un ambiente infatti si sa è progettato bene quando è bello a vedersi ma anche confortevole da vivere. Quali sono gli elementi che trasmettono gioia? Direi in primo luogo la presenza di luce naturale, la presenza di colori, l’equilibrio dei colori (non bastano tanti colori se questi non sono ben coordinati tra loro!) e perché no dei lampadari a forma di facce sorridenti……
La creatività e la fantasia è anche l’unire concetti diversi e opposti e fonderli o reinterpretarli o vederli con occhi diversi. Ecco perché oggi voglio parlare di gioia un concetto che mi sono trovata ad affrontare di recente con le mie compagnette di casa in un clima religioso ma con un testo di un tizio che si definisce ateo….Il “tizio” è Vittorino Andreoli che parlando di gioia e chiedendosi la gioia cosa in effetti sia risponde “Roba da falliti, perché sì la gioia non ha mercato! Le persone che sanno gioire per piccoli accadimenti, per un gesto che rende sereno chi soffre, per una lettura che fa capire qualcosa di sé, dell’essere coerenti e onesti. La gioia dell’onestà e non della furbizia. La gioia è il sentimento più democratico che esista”
Oltre a riflettere e a considerare queste battute piuttosto forti, in campo progettuale mi chiedo se si possa considerare la gioia come un elemento espressivo da trasmettere attraverso elementi strutturali come muri colori e luci. Mi chiedo cioè se la gioia che a quanto pare è un elemento di benessere della persona possa essere un parametro fondamentale in sede di progettazione. Un ambiente infatti si sa è progettato bene quando è bello a vedersi ma anche confortevole da vivere. Quali sono gli elementi che trasmettono gioia? Direi in primo luogo la presenza di luce naturale, la presenza di colori, l’equilibrio dei colori (non bastano tanti colori se questi non sono ben coordinati tra loro!) e perché no dei lampadari a forma di facce sorridenti……